Anche i nomi dei gruppi di Facebook possono violare i marchi altrui

Con ordinanza del 19 Dicembre 2014 il Tribunale di Roma ha stabilito che i gruppi Facebook se usati nell’attività economica svolgono la funzione di segni distintivi atipici, con la conseguenza che le attività intese alla loro appropriazione e sfruttamento possono integrare un illecito concorrenziale e una violazione dei diritti sul marchio. Con tale pronuncia, i giudici romani ribadiscono un principio già espresso dal Tribunale di Torino di cui potete leggere un breve commento qui.
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Google AdWords e uso del marchio altrui

La continua evoluzione dei sistemi di promozione di prodotti e servizi su Internet pone nuovi problemi in relazione all’uso dei marchi e, in particolare, dei marchi altrui. Si pensi ai motori di ricerca. Esiste un sistema di pubblicità molto diffuso in cui i motori di ricerca come Google offrono la possibilità di creare link sponsorizzati dei prodotti e dei servizi al fine di mostrarli in posizione privilegiata allorchè venga effettuata una particolare ricerca. Così, ad esempio, se l’utente digita le parole “orologio uomo”, Google fornirà accanto ai risultati della ricerca anche alcuni annunci
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Pubblicato articolo su Beesness

La continua evoluzione dei sistemi di promozione di prodotti e servizi su Internet pone nuovi problemi in relazione all’uso dei marchi e, in particolare, dei marchi altrui. Nell’articolo pubblicato sul magazine Beesness, approfondiamo il tema del keyword advertising effettuato utilizzando come parole chiave i marchi altrui, con alcune riflessioni sul caso Interflora e spunti di ordine pratico.
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